La riapertura della rottamazione delle cartelle di Equitalia prende quota. L’ipotesi cui starebbe lavorando il governo prevede la possibilità di aprire le porte della definizione agevolata senza il pagamento di sanzioni e interessi anche a quanti, tra imprese e cittadini, hanno ricevuto un ruolo nei primi quattro mesi del 2017. Non solo. Nel cantiere della manovra di bilancio e del suo possibile decreto legge collegato, come anticipato su queste pagine domenica scorsa, i tecnici del Mef starebbero trovando la soluzione tecnico-giuridica per consentire a qualche centinaia di migliaia di contribuenti in debito con Fisco e Inps di poter essere ammessi alla sanatoria dei ruoli dopo che si sono visti cestinare dall’agente pubblico della riscossione la richiesta di adesione alla prima edizione della definizione agevolata dei ruoli.
La doppia via di accesso alla rottamazione-bis, secondo le prime stime elaborate e destinate fino all’ultimo giorno a essere riviste, dovrebbe consentire all’Erario di recuperare complessivamente nel 2018 e nel 2019 poco più di 1,5 miliardi di euro. Una posta una tantum, ma che nelle intenzioni potrebbe essere destinata a finanziare gli interventi sul mercato del lavoro e in particolare le assunzioni di giovani.
Intanto al Mef e all’agenzia delle Entrate aspettano l’appuntamento del 2 ottobre per il pagamento della seconda rata della rottamazione (termine inizialmente in scadenza il 30 settembre e differito in queste ore al primo giorno feriale). Il versamento della seconda rata, peraltro, è particolarmente atteso per capire se sarà rispettato l’andamento, più che positivo, dei primi incassi della definizione agevolata che a fine luglio, tra unica rata e primo appuntamento con la dilazione massima in 5 rate, ha assicurato almeno 1,8 miliardi di euro (dato riportato ufficialmente dal Mef nel fabbisogno del 1° settembre scorso).
Allo stato attuale il Governo sarebbe chiamato a recuperare 15-16 miliardi (la manovra lorda si aggirerebbe tra i 23 e i 24 miliardi). Il pacchetto fiscale (del quale faranno parte l’obbligo della fatturazione elettronica tra privati e su cui l’Europa è ormai prossima al suo via libera) dovrebbe valere almeno 5-6 miliardi. Ma potrebbe lievitare ulteriormente. Ci sarebbe poi da utilizzare quasi un miliardo di extragettito dalla prima fase della rottamazione (per coprire misure una tantum). Dalla spending review, al momento, dovrebbero arrivare quasi due miliardi (uno dei quali direttamente a carico dei ministeri).