Roma-“Il 2020 verrà ricordato come l’anno della pandemia, ma anche come l’anno della crisi economica globale”, si legge in una nota del segretario nazionale SI.NA.L.P. Medici, professor Filippo Fordellone. “L’emergenza pandemica – continua il segretario- ha reso tutti più fragili, lo ha fatto in termini di rischio da contagio, d’inaccessibilità alle strutture sanitarie, trasformate in strutture d’emergenza COVID, il che ha prodotto una serie di rinunce alle terapie sia mediche che odontoiatriche anche urgenti; lo ha fatto soprattutto in termini di distanziamento sociale che, sebbene utile nel suo rigore, ha generato e continua a generare disagi psicologici, con oggettivo riscontro nella quotidianità”. “Per non parlare degli anziani ancor più soli o degli adolescenti, abbandonati alle sorti di smartphone e social, senza una continuità didattica, più che mai indispensabile per la crescita della persona. La pandemia sta coinvolgendo tutti i settori, senza tralasciare nulla”. “E’ opportuno riflettere sullo stato della salute mentale in Italia, -replica Fordellone- sia durante la fase di vita ordinaria, che durante la pandemia, unica nella storia europea dal 1918”. “Vorrei indurre le Istituzioni a considerare la salute mentale dei minori e degli anziani, – prosegue il segretario- e a dare la giusta attenzione al tema dei suicidi e disturbi dell’alimentazione, di cui si registra una forte crescita. Non dimentichiamo- aggiunge Fordellone– che i servizi di salute mentale, uno/cinque risulta chiuso, e il 25% ha ridotto gli orari di accesso”. “Il dato rilevato dalla Società italiana di psichiatria,- continua la nota- si riferisce alla prima ondata della pandemia e conferma che l’emergenza Covid ha ridotto le attività dei servizi della salute mentale in Italia: le visite psichiatriche programmate, sia a domicilio sia nello studio, sono state garantite solo per i pazienti più gravi, in molti casi sono state sostituite da colloqui a distanza. Il 20% dei Centri ambulatoriali è rimasto chiuso, il 25% ha ridotto gli orari di accesso. Tutte le attività hanno avuto una significativa diminuzione, come i consulti psichiatrici ospedalieri (-30%), le psicoterapie individuali (-60%), le psicoterapie di gruppo e gli interventi psicosociali (- 90/95%), il monitoraggio di casi in strutture residenziali (-40%) e degli autori di reato affetti da disturbi mentali affidati dai tribunali ai Centri di salute mentale (-45%). E ancora, il numero dei posti letto negli SPDC degli ospedali è sceso del 12%, a causa della conversione in unità per pazienti positivi al Covid, o per garantire una maggiore distanza fisica per i pazienti”. “Si è registrata, come nelle altre discipline mediche, – aggiunge Fordellone– una riduzione complessiva dei ricoveri (-87%), nonostante siano proseguite le consulenze psichiatriche nei pronti soccorso, nelle unità mediche e chirurgiche e nelle unità Covid. I disturbi dell’umore, le psicosi, i disturbi d’ansia e i tentativi di suicidio sono i problemi più frequenti di consulenza psichiatrica; il 21,4% dei reparti segnala un preoccupante aumento dell’aggressività, della violenza e dei ricoveri in TSO (8,6% dei casi). Insomma, secondo quanto denuncia il Segretario Nazionale SI.NA.L.P. Medici, mentre da un lato l’emergenza pandemica ci ha messo a dura prova dal punto di vista umano e dal punto di vista sanitario, molto è cambiato nella sanità corrente, che ha visto gradualmente ridurre l’ordinarietà per lasciar spazio alla straordinarietà del momento”. “Rispettiamo doverosamente, per il bene della nostra Italia, le scelte Istituzionali messe in campo per fronteggiare le emergenze, incalza Fordellone – ma contestualmente, a gran voce, ricordiamo che ammalarsi non è una scelta, e non lo è tanto per il Covid, quanto per tutto il contesto delle patologie del quotidiano, che non possono e non devono subire rallentamenti nella cura e in alcuni casi si parla anche di “abbandono”. “Tutto ciò che lasciamo oggi- conclude Fordellone– non sarà semplice riprendere domani.”