Oggi i Lavoratori di Meridi Srl hanno protestato davanti alla sede RAI per la Sicilia per il loro licenziamento collettivo decretato dal Tribunale di Catania che ha deciso la liquidazione della società Meridi Srl in A.S.
I lavoratori assieme alle OO.SS. SINALP ed USI hanno tentato di tutto, nel rispetto delle normative vigenti, per difendere il loro sacrosanto diritto al lavoro.
Oggi, grazie al Sit In davanti alla RAI di Palermo, per chi avesse avuto ancora dei dubbi nei confronti dello Stato Italiano, si è “certificato” che il “problema” Meridi srl non interessa allo Stato ed alla TV di Stato alla quale, tra l’altro, anche i lavoratori Fortè pagano annualmente il canone TV.
Andrea Monteleone del Sinalp evidenzia che viviamo in una società dove una emergenza, un problema, diventa tale solo se assurge alla notorietà dei mezzi d’informazione.
Se nessuno degli organi dello Stato preposti decide di interessarsi di un’azienda in crisi e tale crisi non viene veicolata dai mezzi televisivi nazionali e dello Stato, allora quell’azienda non esiste, la sua crisi non esiste, ed i suoi lavoratori non esistono, ed è esattamente quello che Meridi Srl ed i suoi dipendenti stanno subendo sulla loro pelle.
La nota, a firma dell’Amministratore Straordinario, per l‘avvio della procedura di licenziamento collettivo per cessazione attività – Art. 24 e art. 4, Legge 23 Luglio 1991 n° 223 – Comunicazione ex art.4 ha ufficialmente decretato la “morte” di ogni speranza o illusione di salvezza del lavoro e la certezza che li Stato Italiano ha fin dall’inizio abbandonato tutti i lavoratori interessati.
A questo vergognoso ed assordante silenzio dello Stato, anche se più volte le OO.SS. SINALP ed USI hanno cercato di dialogare con il Ministero dello Sviluppo Economico organizzando ben 3 sit in a Roma, si contrappone il Governo Siciliano che attraverso l’Assessore al Lavoro On. Scavone, anch’esso chiamato in causa nella suddetta nota, ha avuto la “sensibilità” di capire il dramma che ormai da 4 anni questi padri e madri di famiglia stanno subendo.
Ricordiamo a tutti noi che la crisi Meridi ha ridotto sul lastrico 680 lavoratori, costringendoli a “fuggire” dalla Sicilia per poter trovare un nuovo lavoro e non correre il rischio di rimanere invischiati nel ventre marcio della delinquenza locale sempre alla ricerca di manovalanza disperata e pronta a tutto pur di sopravvivere.
Di questi 680 lavoratori, dichiara Andrea Monteleone del Sinalp, ne sono rimasti ancora 83 da salvare dalla disperazione e a questo punto diventa importante il confronto con il Governo Siciliano.